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Terminate le campagne di ascolto: Phoenix non si è risvegliato

Il logo di AstronautiNEWS. credit: Riccardo Rossi/ISAA

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La missione Phoenix Mars Lander è stata dichiarata ufficialmente conclusa al termine dell’ultima campagna di ascolto; che ha completato una serie di numerosi e infruttuosi tentativi di prendere contatto con il lander.
Una recente fotografia (allegata) mostra i pannelli solari severamente danneggiati dal ghiaccio secco e dall’inverno marziano.

La scorsa settimana l’orbiter Mars Odyssey ha sorvolato il sito di atterraggio della sonda per sessantuno volte, nella speranza di ricevere segnali di “vita” dal lander.
Tuttavia non si è riusciti a stabilire una comunicazione.

Erano già stati effettuati ben altri centocinquanta sorvoli della zona dall’inizio dell’anno dilazionati nel tempo in tre campagne di ascolto.

Phoenix è su Marte dal 25 Maggio del 2008. Il lander ha completato con successo la sua missione primaria della durata di tre mesi e ha lavorato ininterrottamente per altri due, prima che il Sole calasse sull’orizzonte marziano.

Phoenix, infatti, non era stato progettato per operare nell’oscurità e nel gelido inverno del Pianeta Rosso.
Tuttavia non si era escluso a priori che i sistemi della sonda sarebbero potuti tornare operativi al sorgere del Sole.
Le speranze però erano scarse e purtroppo, a malincuore, Phoenix non si è risvegliato.

Una fotografia di Phoenix, scattata questo mese con la High Resolution Imaging Science Experiment (HiRISE) camera di MRO, mostra chiaramente che Phoenix ha subito un notevole stravolgimento.
Il lander appare più piccolo rispetto alle precedenti immagini; solo una parte della differenza può essere spiegata con l’accumulo di polvere e sabbia, che rende le superfici meno distinguibili dal terreno circostante.
I cambiamenti delle ombre proiettate dal lander sembrano confermare le previsioni che ipotizzavano ingenti danni causati dalle dure condizioni a cui la sonda è stata sottoposta.

Nell’immagine è visibile il corpo scuro centrale del lander, dove risiede la strumentazione, ma non sono più visibili i pannelli solari (in particolare quello ovest), né le ombre, né i riflessi.

Era stato già ipotizzato che l’accumulo di ghiaccio di anidride carbonica avrebbe potuto danneggiare, e nel peggior caso distruggere, i gracili pannelli solari del lander, investito in pieno dalla enorme massa di ghiaccio.

“Phoenix ha portato a termine tutti gli obiettivi programmati e la sua missione è stata anche estesa ulteriormente rispetto a quanto inizialmente programmato” ha detto Fuk Li, manager del Mars Exploration Program al Jet Propulsion Laboratory di Pasadena.

Sebbene le attività di ricerca possano dirsi concluse le analisi dei dati scientifici raccolti continueranno ancora per qualche tempo nei centri di studio a terra.

Fonte: Jet Propulsion Laboratory

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