Il Mars Exploration Rover Project della NASA ha sorpassato il traguardo di 6 anni e 116 giorni di attività sul pianeta rosso, con il rover Opportunity, che fino a ieri era detenuto dal lander Viking 1 (20 luglio 1976 – 13 novembre 1982).
Spirit, il rover gemello di Opportunity che lo ha preceduto di tre settimane sulla superficie marziana, potrebbe diventare il nuovo detentore del primato se si risvegliasse dall’ibernazione in cui si è posto dallo scorso 22 marzo per carenza di irraggiamento solare.
Il 13 maggio era il giorno del solstizio invernale per l’emisfero sud dove si trova il Rover che quindi, a poco a poco, potrà ricaricare sempre più le sue batterie per tentare il risveglio di tutti i sistemi.
Spirit però non è più in grado di muoversi, in quanto bloccato in un banco di sabbia dall’anno scorso, ma se tornerà in attività potrà essere sfruttato come una sonda fissa.
Opportunity invece si stà dirigendo verso quella che probabilmente sarà la sua destinazione finale, il cratere Endeavour, il cui bordo le telecamere di bordo già riescono ad inquadrare a circa 8 miglia di distanza.
L’avvicinamento al cratere viene compiuto a piccoli tratti, su di un’area sabbiosa molto ondulata, intervallati da periodi di ricarica delle batterie posizionando il rover in maniera favorevole al sole.
Il cratere Endeavour venne scelto come obiettivo nel 2008, dopo l’esplorazione del cratere Victoria, in quanto le rilevazioni ne evidenziarono la presenza superficiale di minerali di argilla, fin ora mai incontrati dai vari landers e rovers passati.
Questi minerali potrebbero risalire ad un periodo in cui la chimica ambientale era più favorevole alla vita, rispetto alle condizioni attuali, un periodo in cui vi era la presenza d’acqua o geyser di vapore.
Opportunity e Spirit arrivarono sulla superficie di Marte nel gennaio 2004 ed hanno indubbiamente superato ogni aspettativa con la loro attività, considerando il fatto che sono stati progettati per una missione di soli 90 giorni.
In allegato le tracce del percorso che Opportunity stà compiendo verso il cratere Endeavour.
Fonte: NASA/JPL