Come era prevedibile dopo l'ufficializzazione della richiesta di budget della Casa Bianca per la NASA nel 2011 non hanno tardato ad arrivare, a favore o contro, le prime dichiarazioni ufficiali dai vari soggetti coinvolti nel mondo aerospaziale americano.
I primi ad esternare la propria insoddisfazione promettendo dura battaglia al congresso sono stati i senatori Repubblicani e quelli bipartisan della Florida, uno degli Stati più coinvolti.
[i]"Dobbiamo chiedere di più al nostro Presidente"[/i] ha dichiarato il Senatore Bill Nelson, Democratico della Florida [i]"La Leadership degli USA nella scienza e nella tecnologia è a rischio se non verrà mantenuto un robusto programma di esplorazione".[/i]
Bill Posey, Repubblicano della Florida commenta invece così la decisione del Presidente Democratico [i]"Continuerò a lavorare con i miei colleghi della Casa Bianca per mantenere l'America leader nel settore spaziale e la questione non è neanche lontanamente chiusa" [/i]dichiarando poi che l'attuale scelta è una "lenta uccisione" del programma spaziale USA.
Suzanne Kosmas, Democratica per la Florida: "[i]il nuovo piano rischia di trasformare il gap precedente in un abisso senza una fine certa".
"Tutta la space coast" continua la senatrice "aspettava dal Presidente una robusta iniezione ad un programma di esplorazione solido e dopo mesi di ritardo sembra non sia arrivato nulla di simile".[/i]
Commenti simili arrivano anche dai Senatori del Texas, altro Stato fortemente coinvolto nell'industria spaziale.
Anche l'industria coinvolta nel programma Constellation ha come prevedibile fatto sentire la sua voce, prima fra tutte ATK una delle più penalizzate dalla decisione: [i]"Abbandonare Ares I per un'alternativa senza migliori e provate capacità non ha senso e probabilmente non permette nemmeno di risparmiare. Nelle settimane e mesi precedenti eravamo fiduciosi che il Congresso e l'Amministrazione avessero lavorato insieme per capitalizzare gli sforzi già attuati fornendo un budget adeguato per la chiusura del gap per i voli umani assicurando continuità al programma."[/i]
Ovviamente i commenti non sono solamente contro tale scelta, apprezzamenti arrivano dalla Commercial Spaceflight Federation, associazione che riunisce i produttori di mezzi e infrastrutture spaziali, per la scelta di optare per investitori privati e di concentrare maggiori sforzi nella ricerca. In particolare Bretton Alexander, Presidente dell'associazione [i]"L'iniziativa commerciale privata creerà migliaia di posti di lavoro altamente specializzati, aprendo nuove frontiere di accesso alla spazio a costi minori come fu in passato con l'aviazione degli albori"[/i].
Della stessa idea la Planetary Society che si aspetta un [i]"avanzamento dell'esplorazione umana del sistema solare più rapido e concreto rispetto al Constellation. Con un piano flessibile di esplorazione umana del Sistema Solare più attraente che una base Lunare".[/i]
A favore della Planetary Society ci sono anche l'incremento di fondi per la ricerca, l'estensione della vita utile della ISS e l'aumento di fondi per missioni automatizzate di esplorazione o scientifiche nel Sistema Solare.
A favore della decisione presa anche il secondo uomo sulla Luna Buzz Aldrin e l'associazione "Challenger Center" per l'aumento di fondi destinati alla divulgazione e all'educazione.