ISS Daily Report Sabato 26 Settembre 2009
Giornata di lavoro ridotto e quasi tutto dedicato alle attività VolSci (Voluntary Weekend Science).
Mike e Nicole ad esempio hanno sistemato l’attrezzatura per eseguire un’altra sessione dell’esperimento BISE (Bodies in the Space Environment) esperimento che studia come gli astronauti percepiscono “l’alto” e il “basso” in microgravità. Questo esperimento comporta il confronto di volo, pre-volo e post-volo delle percezioni e delle immagini mentali. I soggetti visualizzano in uno speciale schermo di computer (con un speciale di casco per oscurare il campo visivo, evitando distrazioni dell’occhio) immagini di sfondo con orientamenti differenti rispetto ai loro corpi.
Un’altro VolSci è stata l’attività in CIR (Combustion Integrated Rack) preparando l’attrezzatura per i prossimi esperimenti. MDCA – Multi-user Droplet Combustion Apparatus – contiene l’hardware e il software necessario per condurre esperimenti di combustione in unica soluzione, come mai eseguiti prima dell’avvento della ISS.
Sempre in tema di VolSci, Bob Thirsk ha scelto di ispezionare e fotografare il modulo CVB (Constrained Vapor Bubble) con campioni scientifici di fluidi, verificando le bubbles e l’integrità del modulo scientifico (perdite, cricche o altro). CVB in combinazione con un Light Microscopy Module, determina attraverso l’interferometria ottica le specifiche caratteristiche di alcuni fluidi in condizioni di micro-G. Si tratta di analisi importanti, per definire la natura dell’evaporazione, la condensazione e punto di ebollizione, Ma anche per generare dati tecnici che potrebbero portare a sviluppare nuovi sistemi di raffreddamento per veicoli spaziali, e dei loro dispositivi elettronici.
Thirsk si è dedicato al supporto di tre sessioni dell’esperimento ESA, chiamato “Foam Stability”.
Il progetto ha lo scopo di studiare schiume acquose e non acquose in microgravità. Infatti, come intuibile il comportamento delle schiume cambia completamente in assenza di gravità, perché il processo di drenaggio è assente nello spazio. Si sta quindi indagando in varie direzioni per stabilire comportamenti e condizioni di eventuali nuove “schiume”.
L’equipaggio sta inoltre lavorando alla revisione della lista dei componenti definiti “Yellow Tag”.
Si tratta di una “etichettatura” per identificare oggetti non omologati per le operazioni ISS, o meglio gli oggetti marcati IP (International Partner) che sono omologati per essere usati sullo specifico segmento della Stazione per cui sono stati certificati e ne è sconsigliato l’uso al di fuori dell’area di destinazione. Non solo, ma identifica anche componenti a rischio come quelli scaduti o rotti. L’equipaggio ha, a sua disposizione un’intera serie di etichette in “bianco” per marcare on-orbit gli oggetti che si aggiungo al gruppo dei “Yellow Tag”