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LARES, detective della teoria della relatività

Il logo di AstronautiNEWS. credit: Riccardo Rossi/ISAA

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Verrà spedito a 1450 chilometri di altezza con un incarico molto delicato: indagare sui meccanismi della forza di gravità e tra le pieghe della Teoria Generale della Relatività di Einstein. Si chiama LARES  (che sta per LAser RElativity Satellite), parla italiano (è realizzato, per l’Agenzia Spaziale Italiana e l’INFN, dalla Gavazzi Space) e a vederlo sembra un grosso pallone da basket tappezzato di piccoli specchietti. In effetti è una pesantissima sfera di tungsteno massiccio (circa 400 chili) con un raggio di appena 18 centimetri. E la sua caratteristica principale sta proprio in quei 92 retroriflettori a spigolo di cubo (“specchietti”) sistemati sulla sua superficie, che rifletteranno con un angolo di 180 gradi gli impulsi laser inviati da Terra.  Attraverso i calcoli delle relative triangolazioni sarà possibile seguirne gli spostamenti (LARES è un satellite passivo, non ha motori). E misurare con una accuratezza dell’1% il cosiddetto effetto “Lense-Thirring”, vale a dire lo spostamento dell’orbita newtoniana che, secondo la Teoria della Relatività Generale, un satellite in orbita subisce a causa della rotazione terrestre.

Per fare il punto su questa piccola, ma importantissima, missione dell’ASI, in collaborazione con l’INFN, per il 3 e 4 luglio è stato organizzato un convegno all’Università La Sapienza di Roma. Cui prenderanno parte personalità di altissimo profilo. A partire dal professor Nicola Cabibbo, che insegna Fisica proprio alla Sapienza e cui la comunità scientifica attribuisce una sorta di “Nobel ad honorem”, dopo il premio consegnato lo scorso anno ai giapponesi Kobayashi e Maskawa proprio sugli sviluppi di una sua teoria. Cabibbo terrà una lectio magistralis, preceduta dal saluto del SubCommissario dell'ASI, prof. Piero Benvenuti, e seguita da un fitto programma di interventi tra cui quelli di Enrico Flamini, responabile dei programmi di Osservazione dell'Universo dell'ASI, e di Giovanni Bignami, astronomo di fama mondiale ed ex presidente dell’ASI. “Ma gli ospiti interessati sono davvero tanti” dice il professor Ignazio Ciufolini, ordinario di Fisica a Lecce e Principal Investigator della missione  LARES. “Come Richard Matzner, dell’Università del Texas, o il russo Igor Novikov, che parlerà di una sua ricerca affascinante su quelli che lui chiama buchi ‘verme’, soluzione matematica delle equazioni di Einstein e, teoricamente, dei cunicoli che permettono di viaggiare dello spazio-tempo”. Ma questo, almeno per ora, è un altro discorso.

“LARES è praticamente pronto – sottolinea con un certo orgoglio Ciufolini – e molto presto ci permetterà di completare il lavoro avviato dai suoi predecessori, LAGEOS-1 e LAGEOS-2 (missioni ASI-NASA, ndr) che sull’effetto Lense-Thirring non riuscirono ad andare oltre un’accuratezza del 10%”. “E’ una missione estremamente importante – aggiunge Enrico Flamini, responsabile ASI dell’Unità di osservazione dell’Universo – perché va a studiare aspetti poco conosciuti della Fisica Fondamentale, come la gravità di cui conosciamo bene gli effetti ma molto poco il resto. E poi è importante anche per il ruolo che vi gioca l’Italia e la base ASI di Matera in particolare”. A frenare un po’ sull’ottimismo di Ciufolini sono solo i tempi oggettivi di realizzazione del vettore incaricato di portare in orbita LARES, il nuovo razzo europeo VEGA. “Come è noto ci sono stati dei ritardi e i tempi si sono un po’ diluiti – spiega Flamini – per cui l’ipotesi a mio parere più probabile è che il lancio di qualifica di VEGA, quello che porterà LARES, potrà effettuarsi solo nella prima metà del 2011”.

Fonte: ASI

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