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STS-119 FD2: Ispezioni al TPS

Il logo di AstronautiNEWS. credit: Riccardo Rossi/ISAA

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Il secondo giorno di volo di STS-119 è iniziato con l'attivazione dell'Orbiter Boom Sensor System (OBSS) tramite il braccio robotico dello Shuttle (Shuttle Remote Manipulator System), per l'effettuazione delle consuete ispezioni strumentali al Termal Protection System del Discovery. La ricognizione inizierà dalle ali della navetta, per passare al nose cap (il “naso”) e terminare con gli OMS Pods, alla ricerca di qualsiasi forma di danno sulle piastrelle del rivestimento termico, o di eventuali protrusioni.

Gli altri lavori in lista per il FD2 hanno incluso i controlli principali alle tute da EVA, in vista delle tre spacewalks previste per questa missione, e l'estensione dell'Orbiter Docking Ring per l'aggancio all'International Space Station  in programma per domani.

Facendo un passo indietro e ritornando al momento del lancio, va detto che gli ingegneri del Mission Evaluation Room (MER) sono alle prese con otto eventi da valutare, scaturiti dall'analisi delle varie immagini riprese durante il decollo.
Il lancio, oltre ad essere stato decisamente spettacolare, è stato anche particolarmente “pulito”. Non si sono notati, al momento, distacchi di schiuma poliuretanica dall'External Tank.
A T+17 secondi si è avuto il distacco di parte di una copertura in tyvek dell'ugello FD4, che però non ha impattato l'Orbiter. Questo tipo di coperture, che proteggono i propulsori del sistema RCS (Reaction Control System) prima del lancio, sono ideate per distaccarsi sostanzialmente al momento del lancio, ed eventuali distacchi tardivi possono divenire un pericolo per la navetta. Naturalmente sono stati svolti diversi tests di impatto fra delle coperture in tyvek e dei campioni di RCC (Reinforced Carbon  Carbon) che non hanno prodotto danni. Altri tests similari svolti sulle piastrelle del TPS hanno prodotto delle piccole scalfitture a determinate velocità di impatto.
Sembra che una parte di questo rivestimento sia rimasta attaccata alla sede dell'ugello FD4, che ad ogni modo, è stato azionato per la prima volta alla separazione dell'ET, funzionando nominalmente.

Sempre relativamente alla fase del lancio, da una prima analisi dei dati a disposizione degli ingegneri è emerso che le tre Flow Control Valves del Discovery, responsabili del primo rinvio del lancio di STS-119, hanno funzionato senza problemi.

I sensori del bordo d'ala della navetta (Wing Leading Edge Impact Detection System WLE IDS) hanno registrato tre eventi che verranno analizzati confrontando il loro “timing” con le immagini a disposizione. Bisogna sottolineare il fatto che data l'estrema sensibilità di questi sensori, è successo spesso che abbiano fornito indicazioni di “impatti fantasma”.

Infine, si sono segnalati dei problemi minori con una camera per le riprese del distacco fra l'ET e l'Orbiter, dopo il MECO (Main Engine Cut Out), con la ventola dell'Avionics Bay (che sembra essersi guastata), con la “spalla” del braccio robotico del Discovery, che ha un tempo di rilascio non nominale e con il flussimetro dell'ossigeno della Fuel Cell 3 che è entrato in avaria.
Questa Fuel Cell è giunta alla sua ultima missione e verrà sostituita al termine di STS-119.

Questi problemi minori non dovrebbero impattate negativamente sul normale svolgimento delle operazioni orbitali.

Un'altra splendida foto presa dal Media Archive del KSC/NASA.

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