Il progetto NADIA
Sviluppato dall’ASI un innovativo sistema di posizionamento satellitare per chi ha disabilità fisiche o motorie. In primavera prende il via la sperimentazione a Roma
Ora anche le persone non vedenti, ipovedenti o costrette su una sedia a rotelle hanno il loro navigatore satellitare per muoversi in città. È una speciale guida che combina segnali satellitari e reti terrestri. In questo modo, oltre a indicare la posizione in cui la persona si trova, segnala ostacoli e barriere architettoniche, suggerisce percorsi alternativi privi di rischi, avverte se la carrozzina dovrà affrontare una salita o una discesa, fornisce informazioni utili di carattere generale, come l’orario dei trasporti pubblici. Non solo: è anche in grado di funzionare all'interno di edifici, tipicamente non raggiunti dal segnale satellitare.
Si chiama NADIA (Navigation for Disability Applications) ed è un progetto dell’Agenzia Spaziale Italiana, realizzato da Thales Alenia Space, in collaborazione con associazioni di utenti, università e aziende specializzate sul versante tecnologia e telecomunicazioni, come Telespazio, Its – Information Technology Services e Intecs. NADIA si avvale delle più recenti tecnologie di navigazione satellitare, come EGNOS (European Geostationary Navigation Overlay Service) e, in futuro, GALILEO, per offrire alle persone con disabilità visive o motorie spostamenti più sicuri, e quindi maggiori possibilità di vita indipendente. Sarà sperimentato per la prima volta a Roma nella prima metà del 2009.
“Il sistema prevede interfacce facilitate che sfruttano tutti i possibili canali, visivi, sonori, tattili, per consentire l’utilizzo da parte degli utenti con ogni tipo di disabilità”, spiega Giancarlo Varacalli, responsabile ASI del progetto NADIA. “Per esempio, per agevolare le persone sulla sedia a rotelle, che in certi casi hanno anche una ridotta funzionalità degli arti superiori, sono stati sviluppati uno schermo da carrozzina e un’interfaccia con due pulsanti grandi. Il terminale è dotato di funzioni come la chiamata di emergenza e il tasto ‘Portami a casa’. Nel caso delle persone ipovedenti o non vedenti, il computer portatile è collegato a un bastone bianco, con sistema di localizzazione degli ostacoli, e sono stati previsti comandi vocali e un’interfaccia a vibrazioni”. NADIA è il primo progetto di una linea di sviluppo, finanziata dall’ASI, per la realizzazione di prototipi che potranno avere uno sbocco sul mercato. Si inquadra quindi in quel piano di collaborazione con il mondo dell’industria e delle piccole e medie imprese fortemente sostenuto dall’Agenzia spaziale.
Nell’Unione europea ci sono circa 50 milioni di persone disabili, di cui sette non possono camminare autonomamente e circa il 3% della popolazione è non vedente o ipovedente. Uomini e donne che affrontano quotidianamente gravi problemi di mobilità, per i quali ciò che per la maggioranza delle persone è un normale spostamento, rappresenta una difficile prova di autonomia e sicurezza. A queste persone, NADIA può offrire soluzioni concrete. È un sistema altamente innovativo che combina segnali satellitari e informazioni provenienti da specifici centri servizi. Nel sistema NADIA, quindi, le normali mappe satellitari sono state integrate con dettagliate piantine della città che indicano se lungo il cammino si trovano marciapiedi troppo alti, passaggi senza scivoli, buche stradali e in generale barriere architettoniche che possano rendere accidentato il percorso di chi si sposta in sedia a rotelle o al buio. “Per migliorare il servizio, è stato predisposto un sistema centralizzato di ausilio al terminale”, aggiunge Varacalli. “In questo modo, l’utente viene informato del grado di attendibilità delle indicazioni che sta ricevendo”.
L’affidabilità delle informazioni, parametro di per sé importante, diventa un elemento imprescindibile nel caso di persone disabili. Il rischio di un percorso sbagliato va ben oltre una fastidiosa perdita di tempo. Ecco perché NADIA è predisposto per sfruttare la nuova generazione dei satelliti che assicurano una precisione e un’affidabilità nella localizzazione spaziale non garantite dal sistema GPS. Prestazioni raggiungibili, invece, con EGNOS (il sistema di satelliti geostazionari per il miglioramento del GPS) e soprattutto con GALILEO, la costellazione di 30 satelliti che, quando sarà ultimata, rappresenterà il fiore all’occhiello della politica spaziale europea in fatto di navigazione e telecomunicazioni.
NADIA vanta un altro aspetto unico: gli utenti non sono solo riceventi, ma parte attiva. “Possono segnalare al sistema centrale eventuali barriere o ostacoli non previsti sul percorso, aggiornando le mappe in tempo reale, a vantaggio di tutti gli altri utilizzatori”, spiega il responsabile del programma NADIA. Una modalità di revisione dei contenuti che ricalca i concetti del web 2.0.
La possibilità degli utenti di comunicare verso NADIA consente di inviare richieste di soccorso qualora necessario. Altro aspetto innovativo di questo progetto consiste nel fatto che NADIA non abbandona i suoi assistiti quando si trovano all’interno di edifici come centri commerciali o stazioni. “È stato studiato un sistema per dare continuità alla navigazione, sfruttando la tecnologia RFID (Radio Frequency IDentification) e l’uso di sistemi inerziali”, dice Varacalli. Laddove siano predisposti percorsi con sistema RFID, NADIA è capace di rilevare il segnale radio e guidare la navigazione senza il supporto satellitare.
NADIA sarà testato a Roma tra marzo e aprile, in due differenti situazioni: all’aperto e al chiuso. “Il primo test dimostrativo si svolgerà al laghetto dell’Eur. Si metteranno alla prova le abilità di NADIA di aiutare l’utente a seguire un percorso evitando una serie di ostacoli. L’altra sperimentazione verrà fatta presso l’azienda Thales Alenia Space, dove l’utente seguirà un percorso dall’ingresso alla sala riunioni, ricevendo tutte le indicazioni per i servizi e le uscite di sicurezza”, conclude Varacalli.
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