La Nasa ha collaudato con successo la prima rete di comunicazioni per lo spazio profondo basata su internet.
Il software DTN (Disruption-Tolerant Networking, Rete con Tolleranza di Disgregamento) sviluppato a Pasadena dagli ingegneri del JPL e' stato usato per trasmettere dozzine di immagini spaziali da e verso una sonda (Epoxi) distante 32 milioni di km dalla Terra.
Il protocollo software DTN e' stato ideato piu' di dieci anni fa e differisce dalle normali procedure internet codificate dal sistema TCP/IP. Infatti l'"internet interplanetario" deve essere piu' stabile per compensare i ritardi, le disconnessioni e le disgregazioni dei pacchetti dati, causati dal passaggio delle sonde dietro a pianeti, da tempeste solari e dal ritardo imposto dalla velocita finita delle onde EM. Per questo, contrariamente al TCP/IP, il DTM non prevede una connessione continua, bensi' ogni nodo della rete e' progettato per immagazzinare i dati qualora non sia possibile identificare un percorso per recapitare il pacchetto di bit a destinazione. In questo caso, la trasmissione potra' essere effettuata in un secondo momento.
In questo modo, le operazioni manuali tipiche delle squadre operative (scadenziamento della connessione e generazione dei comandi per definire quali dati inviare, dove ed a chi), vengono completamente automatizzate.
Nel test, e' stato costituito un network a 10 nodi. Uno era rappresentato dalla sonda Epoxi (al momento in viaggio verso la cometa di Hartley), che fungeva da ripetitore simulando un vascello in orbita marziana. Gli altri 9 nodi, presso il JPL, simulavano veicoli sul suolo marziano, in orbita, o ancora centri di controllo missione. La prossima estate i collaudi verranno estesi alla ISS.
Il nuovo internet spaziale consentira' di gestire al meglio le future missioni che coinvolgeranno piu' soggetti al suolo (fermi o in movimento) ed in orbita, e potrebbe anche garantire comunicazioni stabili per astronauti sulla superficie lunare.