La procedura di assemblaggio dei due orbiter in vista della missione STS 125/Atlantis e di quella "launch on demand" di soccorso, STS 400/Endeavour, procede regolarmente nonostante su entrambi i veicoli si siano riscontrati alcuni problemi.
In particolare, per Atlantis si e' manifestato un problema di fissaggio con un pannello rinforzato in carbonio-carbonio (RCC) sull'ala destra. La prima soluzione prospettata, ovvero prelevarlo da Endeavour, non si e' dimostrata percorribile perche' anche quel pannello aveva problemi ad adattarsi alla sua sede.
Al momento si sta prelevando il ricambio dal Discovery, mentre la Lockheed Martin realizza un nuovo pannello da poter impiegare in gennaio con STS 119.
I controlli ottici finali diranno se l'elemento "cannibalizzato" si e' adattato perfettamente alla sede.
Altro disguido per OV-104: occorre sostituire la radio UHF. Al momento si attende un ricambio: se non dovesse arrivare in tempo, tocchera' nuovamente a Discovery fare da donatrice.
Per quanto riguarda Endeavour, questa settimana ha ricevuto i suoi tre SSME. Nel suo caso, un problema ha riguardato uno dei motori elettrici che governano la chiusura del portello con l'external tank dopo la procedura MECO (Main Engine Cut Off).
In particolare, la coppia erogata dai due motori gemelli e' andata col tempo calando. Si ipotizza che del grasso sia andato a depositarsi sulla frizione che protegge i due motori in caso di bloccaggio del portello. Parallelamente, potrebbe trattarsi di un problema con le specifiche della frizione stessa.
Per tenere sotto controllo le prestazioni dei motori sono stati dunque introdotti dei test che hanno evidenziato un problema di altra natura ad uno dei due motori del portello dell'ET di Endeavour. Qui non si tratterebbe della frizione, dunque, bensi' di un guasto ad un freno che blocca il motore 2 mentre l'1 gira da solo.
Non ci sono ricambi in situ, mentre presso il costruttore Telair c'e' una unita' che negli ultimi due anni e' stata smontata e rimontata per investigare proprio il problema della frizione. Comprensibilmente, questo elemento di scorta andra' testato; se non dovesse risultare idoneo, ancora una volta la povera Discovery verra' saccheggiata, in attesa di ricevere un ricambio nuovo di zecca per le sue missioni future.
L'attenzione dedicata a questi motori si spiega con una ipotesi di abbandono del lancio. In condizioni "normali", con lo Shuttle praticamente in orbita a zero g, lo sforzo richiesto per richiudere il portello e' minimo. Ma in caso di abort, specie nell'ipotesi "ritorno al sito di lancio" (RTLS), i portelli devono essere richiusi in condizioni di grave stress meccanico, richiedendo ai due motori uno sforzo assai piu' gravoso.
Per fortuna il vantaggio accumulato nella realizzazione degli ET e di cui abbiamo parlato in precedenza consente al momento di assorbire questi piccoli intoppi senza problemi, cosi' come non desta preoccupazioni l'avaria ad uno dei motori della nave Liberty Star che sta trainando la chiatta Pegasus per caricare un ET dal centro di assemblaggio MAF.