Con la consegna del serbatoio esterno ET 127, ora in viaggio, al Kennedy Space Center si e' finalmente pronti al collegamento fra questo ed i due razzi a propellente solido, che per l'occasione presentano alcune innovazioni.
Ogni booster e' trattenuto al suolo da 4 perni lunghi circa 70 cm e con un diametro di 9. Alla sommita' dei perni e' posto un bullone contenete due cariche esplosive standard della NASA (NSD), che vengono fatte detonare all'accensione dei SRB, causando la rottura del bullone e consentendo il rilascio del veicolo.
E' molto importante che questo rilascio avvenga senza strascichi, per evitare danni alla flangia di uscita dei razzi. La nuova modifica mira proprio a questo.
Si parla di "trattenuta del perno" quando questo non scivola fuori dalla sede presente nella base dei SRB prima che il veicolo inizi a muoversi verso l'alto (200/250 millisecondi dopo l'accensione). Se questo si verifica, il veicolo inizia a derivare verso nord, intrappolando ulteriormente il perno nella sede, sino a quando la spinta dei motori non ne ha ragione.
E' un fenomeno abbastanza frequente, con 25 casi riportati in 23 lanci dall'inizio del programma.
In seguito alla profonda revisione del progetto STS successiva all'incidente del Columbia, anche questo problema ha ricevuto la dovuta attenzione. I test effettuati dimostrano che puo' accadere che i detriti generati dall'esplosione del bullone di trattenimento possono rimbalzare contro l'alloggiamento a prova di scoppio della flangia del booster e tornare verso il basso, incastrando il perno. Per ovviare a questo, sono stati sostituiti i materiali che compongono il sistema (ora in acciaio inossidabile).
Un'altra modifica ha riguardato il sistema di detonazione delle due cariche di ogni singolo perno: se la detonazione non e' assolutamente simultanea, si crea immediatamente una torsione negli elementi del sistema di trattenuta che puo' portare all'inceppamento.
Tutte queste innovazioni hanno portato a ridurre la probabilita' di trattenuta dallo storico 20% all'attuale 2% per volo.
Frattanto, continuano alacremente i lavori su Atlantis (sostituito un pannello in carbonio-carbonio sull'ala destra, ed un particolare dell'aereofreno sul timone), nonche' (al MAF in Louisiana) sui serbatoi esterni destinati ad Endeavour ed alle successive missioni.