Sonde in serie low cost by NASA
Un team di sviluppo della NASA ha realizzato per la prima volta una carrozza per missioni interplanetarie costruibile in serie e adattabile ad un grosso numero di profili di missione diversi abbattendo i costi di produzione e sviluppo.
Si tratta di un lander a 4 zampe, è chiamato Modular Common Spacecraft Bus, e puo ospitare all'interno della propria struttura ottagonale fino a 50kg di strumentazione scientifica.
La parte standard e producibile in serie comprende anche il propulsore, per ora simulato da uno ad aria compressa per poter testare il sistema di controllo in indoor e con rapidissimi rifornimenti con intervalli fra un test e l'altro di soli 40 minuti in confronto alle settimane o mesi fra diversi test a propellenti tradizionali.
L'autonomia è ovviamente ridottissima, soli 6-7sec. ma è un compromesso ottimo per questa fase di sviluppo e quando si testerà il propulsore reale il sistema di controllo sarà quasi completamente sviluppato.
Dopo una certa diffidenza al progetto, finanziato inizialmente con soli 4 milioni di dollari ora diversi centri NASA, fra cui l'Ames Research Center sembrano decisamente interessati al progetto, tanto da includere il team nella missione lunare LADEE (Lunar Atmosphere and Dust Environment Explorer).
Gli utilizzi possono essere fra i più disparati variando da missioni lunari, su Marte, su asteroidi o in orbita terrestre e i risparmi che si profilerebbero sarebbero eccezionali, soprattutto per quella classe di missioni ora definite a basso costo e ad alto ritorno scientifico con costi che si ridurrebbero ad un decimo di quello attuale permettendo ai team di gestione di essere composti solamente da una trentina di persone contro le tradizionali migliaia per le missioni più complesse, soprattutto in passato quando l'integrazione fra i sistemi era diversa.
Come dichiarato dal team di sviluppo la NASA non dovrà più reinventare la ruota ad ogni missione e con questa base comune potrà risparmiare milioni e milioni di dollari per ogni sonda.
Nella foto un'immagine ripresa durante un test, con il prototipo rinchiuso in una "gabbia" di reti per proteggerlo da eventuali perdite di controllo.
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