INFN, ENEA e ASI chiedono al futuro premier un incontro per sostenere la ricerca
«Un incontro mirato perché, programmi di ricerca alla mano, prenda visione direttamente di come il lavoro dei loro Enti e dei loro ricercatori può portare sviluppo e competizione tecnologica e d’impresa all’Italia»: lo chiedono al «prossimo Presidente del Consiglio, una volta insediato», i presidenti dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN), Roberto Petronzio, dell’Ente Nazionale per l’Energia e l’Ambiente (ENEA), Luigi Paganetto, e dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), Giovanni Fabrizio Bignami, intervistati dall’agenzia di stampa Adnkronos.
«Un acceleratore di particelle offre nuove cure per i tumori e importanti strumenti d’indagine per poter capire queste gravi patologie. Un acceleratore di particelle, strumento della ricerca di base della fisica, serve per produrre energia nei reattori di quarta generazione su cui si sta indirizzando la ricerca europea e internazionale e, non ultimo, serve anche per il trattamento delle scorie nucleari» ha detto Petronzio, sottolineando il fatto che «il 21 aprile una delegazione cinese verrà da noi per firmare un accordo per la realizzazione di un laboratorio congiunto che prevede studi con acceleratori per applicazioni mediche. La ricerca è un fattore importante anche nelle relazioni internazionali fra Paesi».
Come Enea – ha detto il presidente Paganetto – al futuro premier dico che c’è una grande opportunità per l’Italia nella sfida tecnologica per l’energia sostenibile ed il contenimento delle emissioni lanciata dall’Europa. Una sfida che si vince con la ricerca che porta innovazione e sviluppo anche al sistema imprenditoriale italiano».
Da parte sua Bignami ha rilevato come «Le attività spaziali non solo portano la bandiera italiana ai livelli più alti, ma con le attività di osservazione della terra dallo spazio si migliora la comprensione del pianeta in cui viviamo e dello spazio profondo. Tutte attività che si realizzano con tutti i calibri dell’impresa nazionale, dalla più grande, che dobbiamo riportare in Italia, alle piccole e medie imprese». Il presidente dell’ASI ricorda ancora che «lo sviluppo del Paese», passa anche attraverso le attività spaziali, che «i nostri astronauti hanno portato l’Italia nel mondo» e che «negli ultimi dodici mesi l’Italia ha messo in orbita tre satelliti interamente nazionali ad altissima tecnologia, per l’osservazione della Terra e dell’universo profondo» e «ha contribuito con tre lanci alla costruzione della Stazione spaziale, dove il volume abitato dagli astronauti, anche italiani, è per il 40% made in Italy».
La richiesta al nuovo premier, sottolineano i presidenti ASI, INFN ed ENEA, è fatta «in maniera assolutamente bipartisan perchè la scienza ed il progresso sono un bene di tutti» e per chiedere «più fondi per la ricerca, ma soprattutto, che ponga finalmente le condizioni per un sistema ricerca italiano forte e strategico».
Fonte: dedalonews.it
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