Secondo quanto riportato sull'ultimo numero di Aviation Week & Space Technology la NASA avrebbe deciso di dare una svolta all'utilizzo dell'energia nucleare per l'esplorazione interplanetaria.
La decisione sarebbe stata presa per poter realizzare missioni a partire dal 2013 che fino ad ora erano state precluse o fortemente osteggiate dai gruppi ambientalisti per l'eventuale pericolo in caso di incidenti al lancio.
L'obiettivo è quello di utilizzare la propulsione nucleare molto più frequentemente di oggi per poter ottimizzare le future missioni di esplorazione del Sistema Solare.
La tecnica utilizzata per la produzione di energia a bordo dovrebbe fare affidamento sul ciclo Stirling che è 4 volte più potente dei tradizionali RTG.
Alan Stern che è a capo dei programmi scientifici della NASA è deciso a dare una svolta all'esplorazione e deciso a promuovere questo sistema già per le missioni Discovery e Mars Scout che saranno discusse il 30 Novembre prossimo.
Utilizzando questo tipo di produzione si potranno immaginare missioni che fino ad ora erano rimaste precluse.
Un ulteriore incentivo arriva dal team del JPL della missione Dawn che sperimenterà un nuovo motore a ioni ad alta efficienza, logica applicazione di un sistema nucleare.
Diventeranno quindi un po' più vicini obiettivi quali, Giove, Saturno e gli altri pianeti esterni fino alla Kuiper Belt.
Un'altra proposta arriva dalla Academy of Astronautics (IAA) che considerando le logiche ricadute anche nel programma manned propone missioni umane che utilizzino energia nucleare per la produzione energetica verso obiettivi che non siano solo la Luna o Marte ma anche asteroidi o piccoli corpi del Sistema Solare come le lune di Marte, Phobos e Deimos.
Il nuovo generatore è in fase di sviluppo dalla Lockheed Martin Astronautics.