È in arrivo un autunno caldissimo per il volo spaziale europeo. Tra ottobre e dicembre tre astronauti europei parteciperanno a missioni sulla Stazione Spaziale. Partiamo da Esperia, la missione dell’italiano Paolo Nespoli, astronauta dell’ESA, il cui lancio a bordo dello Shuttle Discovery è previsto per fine ottobre.
Quali sono i passaggi più delicati della missione?
Una missione spaziale, e in particolare una missione sullo Space Shuttle per la Stazione Spaziale Internazionale (ISS), è una sequenza di momenti delicati attentamente gestiti e previsti, tanto che si potrebbe parlare di una vera e propria coreografia della missione, che – del resto – coinvolge migliaia di persone. La prima fase delicatissima è ovviamente il lancio. Subito dopo il lancio e la conseguente immissione in orbita, si inizia a controllare attentamente lo stato dello scudo termico della navetta. Poi, dopo le manovre necessarie per raggiungere la quota corretta, si procede all'attracco con la Stazione Spaziale. Già questo basterebbe a riempire un libro di passaggi delicati. Ma in realtà da questo momento comincia il lavoro vero e proprio, cioè la manutenzione della ISS, il proseguimento della sua costruzione, gli esperimenti scientifici. La strada prima del rientro a Terra è lunga…
Il faticoso addestramento che precede il volo è stato uno dei tanti temi trattati nel corso della conferenza stampa dedicata alla Missione ESPERIA, ritrasmessa in diretta dal Johnson Space Center, a Houston, nella serata di venerdì scorso presso ESRIN, lo stabilimento in Italia dell’ESA. L’interazione tra stampa ed astronauti si è articolata in due collegamenti, il primo dei quali dedicato all’intero equipaggio, a cui sono state poste domande anche dai giornalisti della stampa italiana presenti in ESRIN. Il secondo collegamento, invece, ha visto come unico protagonista Paolo Nespoli, che avuto modo nell’arco di un’ora esclusivamente dedicata al suo ruolo nella Missione, di rispondere a domande di carattere tanto tecnico quanto personale.
Agenzie stampa, giornalisti della carta stampata e radiofonici, sono stati accolti da Dieter Isakeit, ESA-ESRIN Head of the Corporate Communication Office, e introdotti alla Missione ESPERIA da Daniel Sacotte, ESA Director for Human Spaceflight, Microgravity and Exploration Programmes, e Simonetta di Pippo, Responsabile dell’Osservazione dell’Universo dell’Agenzia Spaziale Italiana, sottolineando il ruolo chiave di Europa ed Italia e la complessità di questa Missione fondamentale per l’espansione della Stazione Spaziale Internazionale.
Dopo il ritorno al volo dello Shuttle, infatti, con Esperia gli spazi abitabili della ISS tornano finalmente a crescere. Quali sono i principali obiettivi della Missione, che si annuncia particolarmente densa, tanto che sono previste ben cinque "passeggiate spaziali"?
Gli obiettivi principali della missione saranno il trasbordo del Nodo 2 (un cilindro del diametro di 4,6 metri per una lunghezza di 7 metri e una massa di circa 15 tonnellate) dalla stiva dello Shuttle, il suo aggancio alla Stazione e le attività di configurazione per renderlo operativo. Poi gli astronauti si concentreranno sul gruppo di pannelli solari P6, grandi come un tir: i pannelli P6 saranno prelevati dal "tetto" della ISS e riposizionati all'estremità del traliccio principale.
Come è ormai di uso nelle missioni Shuttle dopo il ritorno al volo, inoltre, l’equipaggio farà anche numerosi test per controllare l'efficacia di tecniche e materiali messi a punto per la riparazione dello scudo termico dello Shuttle. Nel loro complesso le attività vedranno coinvolti appieno tutti e 10 gli astronauti – i 7 a bordo dello Shuttle e i 3 della Stazione – che lavoreranno intensamente sia da dentro i veicoli, anche manovrando i bracci meccanici dello Shuttle e della Stazione, che all'esterno, nel corso delle 5 "passeggiate spaziali" previste. Dodici giorni dopo, finita questa fase, lo Shuttle Discovery si staccherà dalla stazione per ricontrollare un'ultima volta lo stato dello scudo termico e per ritornare infine a Terra.
Il Nodo 2 è un elemento cruciale per lo sviluppo della stazione. Parliamo della sua funzione critica. Perché è così importante che il Nodo 2 venga installato il prima possibile?
È importante che il Nodo 2 venga installato perché questo consentirà di estendere la Stazione Spaziale con nuovi laboratori e nuovi portelli di attracco per le navicelle che faranno da spola tra spazio e Terra. Quando sarà terminata, infatti, la ISS avrà 3 Nodi, cioè tre moduli pressurizzati che connettono fra i loro laboratori e altri moduli abitabili. In particolare al Nodo 2 saranno attraccati in via permanente e definitiva il laboratorio dell’ESA Columbus, che dovrebbe essere lanciato per la fine dell’anno, ma anche il laboratorio giapponese Kibo, il cui lancio è previsto per aprile 2008.
Il Nodo 2 fornirà anche la distribuzione della potenza elettrica, dell’energia termica ed eseguirà un dettagliato controllo ambientale. Inoltre è una base di lavoro per il braccio robotico della ISS. Il Nodo 2 è un prodotto della tecnologia di avanguardia, nel quale sono distinguibili due parti principali. Una prima metà è dotata di una sola porta di attracco, attraverso la quale il Nodo 2 sarà agganciato alla Stazione, e di otto “armadi”, quattro dei quali utilizzabili per lo stoccaggio. L’altra metà è fornita di ben 5 altri portelloni, uno dei quali sarà il principale punto di attracco dello Space Shuttle, mentre gli altri sono dedicati a Columbus, a Kibo e all’H-II, il veicolo di trasferimento giapponese non ancora disponibile.
Il Nodo 2 è stato costruito da Thales Alenia Space per la NASA, così come il Nodo 3, con il coordinamento dell’Agenzia Spaziale Italiana. Entrambi derivano dall’esperienza che Thales Alenia Space ha acquisito con la costruzione dei moduli logistici pressurizzati multifunzionali (MPLM).
Dopo la missione di Nespoli, in dicembre, lo Shuttle Atlantis porterà in dotazione alla stazione spaziale il laboratorio Columbus, nel corso di una missione che prevede la partecipazione di due astronauti europei, il tedesco Hans Schlegel e il francese Leopold Eyharts. Che cosa sappiamo di questa missione?
Columbus è un vero e proprio gioiello della tecnologia europea. È laboratorio spaziale che sarà agganciato al Nodo 2 e che contiene dieci “armadi” per gli esperimenti, ciascuno delle dimensioni di una cabina telefonica. Nella pratica sono dieci laboratori indipendenti, che saranno utilizzati per ricerche di biologia, fisiologia, fisica di base , fisica dei materiali e così via. Nei prossimi mesi avremo modo di parlarne in dettaglio. Certamente, però, il suo lancio è stato lungamente atteso e non vediamo l’ora che entri in funzione.
Columbus sarà accompagnato in orbita dagli astronauti europei Hans Schlegel e Leopold Eyharts: Schlegel farà ritorno a terra con lo Shuttle, alla fine della missione STS-122, mentre Eyharts entrerà a far parte dell’equipaggio Expedition 16 della Stazione e seguirà la messa in funzione di Columbus, per poi tornare a Terra due mesi dopo, con la successiva missione Shuttle, la STS-123.
Le interviste
Dal maggio 2000, con cadenza settimanale, RAI NEWS 24 – canale televisivo digitale della RAI dedicato all'aggiornamento in tempo reale – riserva all'ESA uno spazio di approfondimento di 5 minuti: un'intervista su una notizia di attualità legata alle attività nello spazio.
I servizi vengono ritrasmessi ulteriormente su RAI International e RAI 3. Si va dagli approfondimenti sulla Stazione Spaziale Internazionale, alle scoperte scientifiche dei satelliti dedicati all'astronomia, alle applicazioni concrete legate alle osservazioni della Terra dallo spazio.
I giornalisti della Rai, Lorenzo di Las Plassas, Stefano Masi, Marco Dedola si alternano nel discutere con il giornalista scientifico che collabora con l'ESA, Stefano Sandrelli, per dare un'idea dell'argomento e per approfondirne un aspetto, in modo che, leggendo di seguito le interviste relative a uno stesso settore se ne abbia uno spaccato sempre più ampio, venendo a conoscenza di cose sempre nuove.
Per ulteriori informazioni, rivolgersi a: Franca.Morgia@esa.int.
http://www.esa.int/esaCP/SEMPKRK5P6F_Italy_0.html
Credits: ESA