Dopo una missione più lunga del preventivato di 4 volte, nel novembre scorso l’orbiter della NASA era stato definitivamente perso e non si erano più instaurati contatti con la Terra.
Oggi è stato pubblicato un report che spiega la probabile causa della perdita.
Sembra che il guasto sia dovuto ad un malfunzionamento delle batterie dovuto ad una serie di eventi in sequenza che riguardano il computer di bordo e i comandi inviati da terra.
Il 2 Novembre scorso dopo un comando di routine per il riorientamento dei pannelli sono giunti una serie di allarmi alla stazione di controllo che comunque indicavano una situazione stabilizzata. Questa è stata l’ultima trasmissione. Successivamente la sonda si è riorientata in maniera errata esponendo entrambe le batterie direttamente al Sole e provocandone un surriscaldamento fatale. Un cattivo orientamento dell’antenna ha impedito che venisse inviata a terra la situazione di pericolo cui era posta la sonda e la procedura automatica d’emergenza installata a bordo non prevedeva la messa in sicurezza dell’equipaggiamento dagli effetti termici.
Si è quindi concluso che gli operatori da terra hanno eseguito tutto quello che potevano e sempre nelle procedure, le quali erano però insufficienti per questa evenienza.