La NASA premia i migliori concepts da impiegare su Marte

NASA Tournament Lab Capabilities Credits: NASA/Robert Lewis

L’ente spaziale americano ha reso noti i vincitori di due concorsi istituiti per stimolare idee da impiegare nella fase di costruzione di habitat ed in quella di insediamento umano, nell’ambito delle future missioni di esplorazione dello spazio.

I concorsi “Space Suit Textile Testing” ed “In-Situ Materials”, gestiti dalla NineSigma per conto di NASA, entrambi lanciati nell’Ottobre 2015 sotto l’egida del NASA Tournament Lab, hanno fruttato delle idee innovative per il testing delle tute spaziali e per la creazione di habitat utilizzando materiali da costruzione ricavati da risorse reperite localmente.

Secondo Steve Rader, manager del Center of Excellence for Collaborative Innovation (CoRCI) della NASA, questi due concorsi hanno offerto l’opportunità di ragionare su due esigenze basilari dell’esplorazione, le tute protettive ed i materiali da costruzione, in una nuova modalità. “Il nostro viaggio verso Marte richiederà innovazioni progettuali e tecnologiche; l’apertura al pubblico di questi processi ci fornisce più sentieri creativi da seguire.

Lo Space Suit Textile Challenge assegnava tre premi da 5.000 $ per le idee vincenti riguardo all’esecuzione di test sul materiale dello strato protettivo estrerno delle tute spaziali da impiegare in differenti tipologie di ambienti planetari, come quello marziano o dei grandi asteroidi.

I vincitori del concorso Space Suit Textile Testing Challenge sono:

  • Evaluating Space Suit Textile Abrasion in Planetary Environments – Ahilan Anantha Krishnan
  • Cylindrical Abrasion Method – Himel Barua, Thomas L. Collins, Riniah Foor, Evan Hess, Joey Stavale, Christopher Daniels, Heather Oravec, Janice Mather and M.J. Braun
  • Point-of-Failure Based System Using High Velocity Abrasives – John Holler

Il concorso In-Situ Materials ha prodotto soluzioni che prevedono l’impiego di materiali di superficie come la regolite, per applicazioni sia terrestri che spaziali. Esso offriva 10.000 $ al primo classificato e 2.500 $ a testa ai secondi due.

L’utilizzo di materiali di provenienza locale o ISRU (In-Situ Resource Utilization) offre degli enormi benefici alla causa dell’esplorazione spaziale perché riduce la necessità di inviare i vari materiali dalla Terra con gli ovvi benefici economici. Si calcola che l’ISRU potrebbe potenzialmente far risparmiare oltre 100.000 $ per chilogrammo al lancio, rendendo l’esplorazione spaziale meno dispendiosa.

I vincitori del In-Situ Challenge sono:

  1. Planetary Fabrication of Complex Metallic/Ceramic Objects with In-Situ Resources — Behrokh Khoshnevis
  2. – Cold Spray Technology Applied to Building and Repair — David Espinosa and David Orlebeke- Simultaneous Exhaust-Enabled Ore Reduction, Separation and Processing — Patrick Donovan

Il CoECI è stato istituito con il supporto del White House Office of Science and Technology per assistere la NASA e le altre agenzie federali a sfruttare i nuovi strumenti, come per esempio i concorsi, per risolvere le criticità relative alle missioni. Il centro, come già detto, indice i concorsi sotto il patronato del NASA Tournament Lab ed offre un’ampia scelta di piattaforme d’innovazione aperte che coinvolgono le crowdsourcing community in concorsi per dare vita alle più innovative, efficienti ed ottimali soluzioni per le specifiche sfide del mondo reale.

Fonte: NASA

  Questo articolo è copyright dell'Associazione ISAA 2006-2024, ove non diversamente indicato. - Consulta la licenza. La nostra licenza non si applica agli eventuali contenuti di terze parti presenti in questo articolo, che rimangono soggetti alle condizioni del rispettivo detentore dei diritti.

Commenti

Discutiamone su ForumAstronautico.it

Luca Frigerio

Impiegato nel campo delle materie plastiche e da sempre appassionato di spazio, basket e birra artigianale. E' iscritto a forumastronautico.it dal Novembre 2005 e da diversi anni sfoga parte della sua passione scrivendo per astronautinews.it. E' socio dell'Associazione Italiana per l'Astronautica e lo Spazio (ISAA)