Dream Chaser: primo volo nel 2016
Era stato ventilato molte volte nei mesi scorsi, ma ora è ufficiale, il primo volo dell’aerospazioplano della Sierra Nevada Corp. è stato formalmente schedulato e inserito nel “manifesto dei lanci” di ULA con la disponibilità del vettore.
L’annuncio è avvenuto durante una conferenza stampa tenutasi nei giorni scorsi dai responsabili della SNC, svelando altri importanti dettagli sui loro piani futuri.
La conferenza è stata innanzitutto l’occasione per fare il sunto sugli importanti obiettivi già raggiunti nei mesi scorsi, a partire dal volo inaugurale del Dream Chaser.
Come già annunciato nelle scorse settimane il volo libero è stato considerato, sia da SNC che da NASA, un successo, essendo stato il danneggiamento per la mancata apertura del carrello principale un inconveniente non legato agli obiettivi della milestone.
A seguito del volo il Dream Chaser è stato riportato negli stabilimenti della SNC per essere subito retrofittato dal “Block 0” al “Block 0.5” e poter effettuare entro fine anno i voli “ALT-1” e “ALT-2” non pilotati.
Successivamente saranno installati il cockpit digitale e tutti i sistemi necessari per la permanenza a bordo del pilota, compreso il sedile eiettabile, portandolo al “Block 1” per poter effettuare il primo volo atmosferico abitato nel 2015.
Contemporaneamente proseguirà la costruzione dell’OTV, il primo esemplare destinato al volo spaziale.
Il primo lancio orbitale, come detto, è stato fissato per Novembre 2016 a bordo di un Atlas V di ULA, per il quale è stato formalmente annunciato l’acquisto.
Sierra Nevada con questo annuncio è la prima società in lizza per i contratti di supporto alla ISS della NASA ad annunciare formalmente la data di lancio del proprio mezzo.
Il volo, che è stato annunciato non essere dipendente dai futuri stanziamenti NASA, durerà “diverse orbite” e si concluderà probabilmente in California, al Dryden Flight Research Center.
Durante la conferenza, cui hanno partecipato direttamente l’amministratore della NASA Charles Bolden e il direttore del Kennedy Space Center Bob Cabana sono stati inoltre comunicati i forti investimenti da parte di NASA e SNC per l’utilizzo delle infrastrutture messe a disposizione dell’Agenzia ai futuri partner commerciali.
In particolare Sierra Nevada utilizzerà parte della Operations and Checkout (O&C) Facility, il grande hangar che Lockheed Martin già utilizza per Orion e che, in quanto partner di SNC, metterà a disposizione per le attività di manutenzione e ricondizionamento della navetta Dream Chaser. Questi due veicoli si troveranno quindi letteralmente a pochi metri l’uno dall’altro durante tutte le fasi di lavorazione a terra.
Negli ultimi mesi sembrava che SNC avesse concretizzato l’accordo per l’utilizzo della OPF-2, uno dei tre hangar dove venivano manutenuti gli Space Shuttle e che sembrava appunto destinata al Dream Chaser. Mentre la OPF-1 è già destinata all’aerospazioplano automatico X-37B dell’USAF, e la OPF-3 alla Boeing per la capsula CST-100, la “2”, invece che a SNC, che lavorerà nella O&C Facility, sembra sia invece già stata opzionata con un ulteriore accordo dall’USAF, essendo la “1” e la “2” adiacenti e nello stesso complesso.
Come già precedentemente comunicato SNC con il Dream Chaser utilizzerà inoltre la ex Shuttle Landing Facility (SLF), ovvero la lunga pista di atterraggio un tempo utilizzata dagli Space Shuttle, che sarà la pista di atterraggio primaria anche per la nuova navetta.
SNC sulla costa della Florida utilizzerà poi il Launch Complex 41 a Cape Canaveral per il lancio dei propri equipaggi.
Mark Sirangelo, corporate vice president e direttore della divisione spaziale di SNC si è dichiarato molto soddisfatto delle iniziative messe in atto dalla sua società e dal supporto ricevuto dalla NASA per le proprie attività.
Steve Lindsey, anch’egli presente in quanto responsabile del programma Dream Chaser per SNC si è dichiarato orgoglioso e impaziante di veder volare e atterrare sulla stessa pista che lo vide 5 anni prima concludere, come pilota e comandante, la gloriosa storia dello Space Shuttle con STS-135.
Con queste ultimi importanti annunci, preceduti nelle scorse settimane da quelli sugli accordi stipulati con ESA e DLR in Europa, SNC si prepara ad anni sicuramente intensi ma con possibilità concrete di veder realizzati le proprie più rosee aspettative.
Fonte: NASA, SNC
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Piccola correzione: Steve Lindsey non ha comandato l’STS-135, e come tale non è stato lui a concludere la gloriosa storia dello Shuttle. Lui ha comandato l’ultima missione del Discovery, STS-133, mentre l’STS-135, volata da Atlantis, è stata comandata da Chris Ferguson, che è il direttore del Crew and Mission Operations for Boeing’s Commercial Crew Program, di cui il CST-100 Starliner fa parte.