Budget Sequestration 2013: i tagli della NASA
Il termine inglese, invero un pò sinistro, si riferisce ad un taglio automatico e generalizzato della spesa federale americana, entrato in vigore per tentare di contenere l’enorme debito pubblico che grava sull’economia USA.
A causa del “sequester”, NASA vedrà il proprio budget tagliato di quasi 900 milioni di dollari, con riflessi sullo sviluppo dei vari progetti privati di navette verso l’orbita bassa, sui programmi di evoluzione della tecnologia spaziale e sul lancio di alcune missioni scientifiche secondarie.
È stato Charles Bolden, amministratore dell’Agenzia, a delineare i tagli previsti in una lettera indirizzata al Senato USA lo scorso 5 febbraio; vediamone i tratti salienti.
Il budget complessivo di NASA scenderà dai 17,8 miliardi di dollari approvati lo scorso anno a 16,9 miliardi.
La spesa per lo sviluppo dei sistemi Commerciali con equipaggio di Boeing, SpaceX e Sierra Nevada si ridurrà a 388 milioni di dollari, 441 in meno di quanto previsto inizialmente per il 2013. Secondo Bolden, i riflessi di questi tagli verranno percepiti dai partners di NASA a partire da luglio. In particolare, resteranno privi di sovvenzione
– in luglio, un test della capsula CST-100 di Boeing riguardante il motore di controllo assetto orbitale
– a settembre, una revisione del sistema di abort in volo della capsula SpaceX, sistema che dovrebbe essere collaudato l’anno prossimo
– in ottobre, l’analisi integrata dei sistemi e della sicurezza dello spazioplano Drem Chaser di Sierra Nevada
Anche lo Space Technology Program, una priorità dell’amministrazione Obama, vedrà il proprio finanziamento contrarsi dai 699 milioni inizialmente previsti fino a 550 milioni.
Ma non basta: verranno anche congelati progetti che si trovano attualmente allo stadio di primo sviluppo, quali il lancio di un orologio atomico dimostrativo che avrebbe dovuto partire insieme ad un satellite Iridum Next nel 2015. Altri 4 progetti dello Space Technology Program sono a rischio cancellazione, mentre nove verranno posticipati sine die.
Il budget dello Science Mission Directorate si ridurrà a 4,86 miliardi di dollari, con una riduzione di 200 milioni rispetto alla situazione attuale. Ciò avrà ripercussioni sulle missioni minori riguardanti astrofisica e scienze terrestri: verranno ridotti gli stanziamenti per la ricerca del 5 per cento, e le sovvenzioni per le nuove missioni di classe Explorer ed Earth Venture verranno ridotte dal 10 al 15 per cento.
Al di là dei freddi numeri, ha destato molto scalpore nei giorni scorsi un memorandum interno di NASA, che è trapelato al grande pubblico ed in base al quale “con effetto immediato, tutte le attività educative e di contatto col pubblico verranno sospese, in attesa di ulteriori valutazioni. Sono da intendersi incluse tutte le attività pubbliche e divulgative, i programmi, le attività ed i prodotti (=video/multimedia/web/software – ndt) sviluppati ed implementati dal Quartier Generale, dai Direttorati di Missione e dai vari Centri dell’Agenzia, inclusi tutti gli sforzi educativi e divulgativi pubblici sostenuti tramite i vari programmi e progetti.”
Le reazioni a questo memorandum non si sono fatte attendere, ed hanno costretto l’Agenzia ad emettere un secondo documento, nel quale vengono escluse dalla sospensione immediata alcune attività, quali le conferenze stampa relative alle varie missioni, la gestione delle notizie di “ultima ora”, le risposte alle domande dei media.
Sebbene entrambi i memoranda fossero destinati ad uso interno, è chiaro che, visti i contenuti, erano destinati a trapelare velocemente all’esterno, e forse in questo caso l’Agenzia spaziale americana ha agito con eccessiva precipitazione, vedendosi costretta ad una sorta di rapido dietro-front sull’onda delle reazioni pubbliche generate.
fonti: US Senate Committee on Appropriations – NASA
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