Lockheed Martin entra nel team di SNC per il Dream Chaser

Il Dream Chaser durante un precedente volo appeso ad un elicottero

È stato annunciata nei giorni scorsi una partnership di primissimo livello, nell’ambito dei programmi CCiCap e in particolare nel team della Sierra Neveda Corp. che concorre con il Dream Chaser.
Ad entrare nel team per la costruzione del nuovo aerospazioplano è il colosso dell’aerospazio Lockheed Martin.
LM è già impegnata nella costruzione della capsula Orion come “prime contractor” e sarà un partner fondamentale per il processo di certificazione per il volo umano del Dream Chaser, potendo portare un enorme know how in questo settore del progetto e una cospicua parte dei finanziamenti necessari.
Lockheed Martin sarà inoltre incaricata della costruzione fisica del secondo esemplare in compositi del Dream Chaser, esemplare che dovrà sostenere tutti i test in preparazione al volo abitato spaziale.
Lockheed Martin è già impegnata in altri progetti nel futuro del volo umano spaziale, in particolare è a capo, insieme a Boeing Co. della jointventure ULA che fornirà un vettore certificato per il volo umano, l’Atlas V.

Per quanto riguarda il Dream Chaser, nell’arco di un paio di mesi inizieranno i test di planata con il primo prototipo e con sganci a partire da 4000m circa, utilizzando un elicottero.
La prima campagna di test, svolta con il Dream Chaser agganciato ad un elicottero si è svolta la scorsa estate. Il prototipo è stato successivamente riportato negli stabilimenti della Sierra Nevada per ricevere l’avionica, i sistemi di comando delle superfici di controllo e un carrello d’atterraggio con attuatori idraulici temporaneo, quest’ultimo derivato da quello di un F-5E Tiger dell’USAF.
Il test article verrà rispedito alla Edwards Air Force Base entro un paio di settimane, dove verranno effettuati i test di sgancio e planata autonoma con atterraggio completo. Il test finale di planata, con avvicinamento finale alla pista in cemento di Edwards, verrà effettuato utilizzando un elicottero CH-53 Sea Stallion o un CH-47 Chinook sempre dell’USAF.
In questa prima fase di test non pilotati sono previsti dai 3 ai 5 sganci per l’acquisizione dei dati necessari.

Secondo Steve Lindsey, direttore delle operazioni di volo della Sierra Nevada: “La ragione per cui facciamo questi test è perché abbiamo ancora molte incertezze sul profilo di volo di questa macchina. Lo Shuttle ha un angolo di discesa di 20°, noi lo abbiamo di 23°, per cui un pochino più ripido. Voleremo a circa 300kts in finale, esattamente come lo Shuttle ed effettueremo la pre-flare a 2000ft, proprio come lo Shuttle, sganceremo il carrello fra 200 e 300ft come lo Shuttle e il contatto con la pista avverrà a 190kts, esattamente come lo Shuttle.”

Con il secondo prototipo, costruito dalla Lockheed Martin nel 2014, si svolgeranno tutti i voli in atmosfera con piloti a bordo e non verrà più utilizzato un elicottero, al suo posto un aereo madre attualmente non definito, oppure al traino.
Sempre durante questi test verrà per la prima volta testato anche il sistema di propulsori principali ibridi del Dream Chaser, i medesimi che equipaggiano la SpaceShipTwo, ma utilizzati in coppia per le correzioni orbitali e come sistema di fuga durante il lancio.
L’ultimo test cui sarà destinato questo prototipo sarà una simulazione di abort dal pad, in cui verrà montato su un simulacro di Delta IV e dovrà effettuare un abort con atterraggio completo sulla pista al KSC.

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Alberto Zampieron

Appassionato di spazio da sempre e laureato in ingegneria aerospaziale al Politecnico di Torino, è stato socio fondatore di ISAA. Collabora con Astronautinews sin dalla fondazione e attualmente coordina le attività fra gli articolisti.